Il vino del futuro, tra le regole dei disciplinari delle Doc, e la creatività delle Igt

Il vino del futuro, tra le regole dei disciplinari delle Doc, e la creatività delle Igt.
Le riflessioni di Mattia Vezzola (Costaripa) e Marco Sartori (Roccolo Grassi), e dei professori Davide Gaeta (anche produttore) e Maurizio Ugliano. “Ogni azienda ha un pensiero sulla qualità che si esprime nella ricerca di una “stella” enologica, quel vino in cui si mette il cuore. E qui due mondi si scontrano, quello della creatività consentita dalle Igt e quello delle regole dei disciplinari delle Doc”. Così Davide Gaeta, docente di economia all’Università di Verona (ed amministratore della cantina della Valpolicella Eleva, con l’enologa Raffaella Veroli), ha stimolato ad un confronto, nella sua cantina, sul valore innovativo di vini “oltre le regole” delle Denominazioni, tema quanto mai attuale sotto ogni aspetto (compresa la riflessione sull’attualità o meno delle “commissioni di assaggio” lanciata da qualche tempo del Slow Wine, ndr), che riflettono una visione del produttore, con Maurizio Ugliano, professore di enologia dell’Ateneo veronese, e due produttori “puristi” delle Doc, Marco Sartori di Roccolo Grassi, griffe della Valpolicella, e il produttore ed enologo Mattia Vezzola di Costaripa, cantina simbolo della Valtènesi – “come d’altra parte purista ero io – ha sottolineato Gaeta – prima di produrre il nuovo vino Igt Veneto che abbiamo chiamato appunto “Cercastelle”.

 

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