FENOLOGIA DELLA VITE

Con l’arrivo dell’autunno le foglie cadono, il freddo rafforza il legno e la pianta si prepara ad affrontare il periodo invernale in attesa della primavera per ricominciare un nuovo ciclo annuale
Nel mese di marzo, l’aumento delle temperature e delle ore di luce interrompe il riposo invernale della vite che si manifesta con il PIANTO.

Questa fase è ben riconoscibile dalla presenza di un liquido linfatico, che si presta in forma di gocce in corrispondenza delle ferite causate dalla potatura invernale. Questo denota un risveglio dell’attività radicale grazie alla quale vengono riassorbiti l’acqua e i sali minerali che durante l’inverno erano andati perduti.
Da questo momento in poi assistiamo al il rigonfiamento delle gemme e appare il germoglio con le prime foglioline. Una vera e propria ripresa vegetativa che dipende dalle condizioni climatiche avvenute nelle fasi precedenti.

Tra maggio e giugno si apre il fiore che non è un fiore vero e proprio ma una infiorescenza ovvero un gruppo di fiori chiamato grappolo composto o racemo composto. Fase delicatissima perché può essere compromessa da condizioni climatiche sfavorevoli.

Dopo la fioritura, assistiamo alla allegagione cioè da ogni fiore impollinato nasce un acino di uva. In questa fase, è possibile osservare il fenomeno della colatura, che prevede la caduta dei fiori che non sono stati fecondati.
La fine della fase vegetativa è evidenziata dall’invaiatura cioè in cambio di colore degli acini, che avviene tra agosto e settembre. Da questo momento l’aumento dello zucchero e dell’acido tartarico è esponenziale, mentre l’acido malico cala.

La maturazione procede per altri 30 giorni, per le varietà precoci e 50/60 giorni per quelle tardive.
In questa fase si raggiunge un equilibrio tra zuccheri e acidi ( maturità tecnologica) e una maggior estrazione dei tannini e delle sostanze coloranti (maturità fenolica).